Anche la Calabria piange David Bowie che per 5 decenni, ha “trasformato” il rock, divenendo leggenda
La notizia è vera, e non come hanno provato anche questa volta a far credere. La notizia della sua morte arriva attraverso i social network, ed è da quelle pagine che la sua famiglia chiede che venga rispettata la loro privacy. E a confermarla, questa notizia, suo figlio, che sui social posta una foto con suo padre, e conferma la veridicità della scomparsa del grande artista. E allora con discrezione, si prova tutti a raccontare chi era e cosa ha “combinato” in vita, il Duca.
Muore a 69 anni, David Bowie, nell’abbraccio della sua famiglia, dopo 18 mesi di lotta al cancro. Muore dopo 50 anni di musica, dopo una vita di grandi successi, di trasformazioni nel campo del rock. L’8 di gennaio, nel giorno del suo compleanno è uscito il suo 27esimo album intitolato “Blackstar“. Sette canzoni, tra cui il singolo omonimo, già uscito il 20 novembre scorso e sigla della serie TV “The Black Panthers”, e il brano “Lazarus”, lanciato da un video tra l’enigmatico e l’inquietante.
Una vera e propria leggenda del rock, David Bowie, conosciuto anche come il “duca bianco” sapeva essere tante cose tutte insieme e prima fra tutte, un vero esempio per molte generazioni di musicisti. Eccentrico, eclettico, innovatore. Sempre un passo avanti, ha avuto mille volti e mille idee, tutte divenute successi.
David Jones – questo il suo vero nome – era nato a Londra nel 1947, si cambiò il nome e sedette sin da subito nell’olimpo della musica. Teatralità, mimica, uso del corpo, sono stati i segreti delle sue tante “personalità artistiche”. Fece il suo primo tour ufficiale nel 1972, lo “Ziggie stardust tour” che fece 103 date in 60 città. Tanti gli “alter ego scenici” di Bowie, che hanno raccontato le innumerevoli sfaccettature della sua arte, durante una straordinaria e prolifica carriera.
Era molto riservato, poco incline alle interviste, e tolta la musica, tutto il resto, il mondo l’ha dovuto un po’ “rubare”.
Lui androgino, fu anche il simbolo della libertà sessuale, oltre che portavoce. Lui, capace di fondere rock e teatralità, musica ed arti visive, sempre all’avanguardia. Non si è fatto mancare davvero nulla, considerate anche le sue incursioni nel cinema, e tra queste ricordiamo che Bowie interpreto Andy Warhol, nel film Basquiat di Julian Schnabel del 1996.
E come non parlare del suo legame con l’Italia, che scelse anche per celebrare (di nuovo) le sue nozze, nel 1992 con la famosa modella Iman, avvenute nella chiesta americana di St. James a Firenze. Lei, Iman che gli è stata sempre accanto, sempre.
Non serve oggi ricordare i titoli delle sue canzoni o dei suoi 27 album, ma forse non guasta ricordare che David Bowie, vinse il Grammy alla carriera nel 2007, e che nel 2008 è stato inserito nella rivista Rolling Stones al 23° posto tra i migliori 100 “cantanti”, perché il Duca era un eccellente cantante.
Un grande Fanclub in Italia lo ha sempre seguito, lo ha sempre amato e tanti calabresi tra i fans, oggi piangono colui che ha lasciato il segno in molti momenti di musica anche in Italia. Ricordiamo gli storici i concerti al Pistoia Blues e al Lucca Summer Festival.
Ognuno oggi prenderà in mano il suo disco preferito e ascolterà il pezzo che più adora, del grande mito, che ci lascia in eredità un pezzo significativo della storia del rock. Perché coloro che sono leggenda, sanno sopravvivere attraverso quello che hanno fatto in vita, in maniera personale ed esclusiva, tanto da divenire un esempio di come si può “restare”, anche quando l’ultimo sipario si chiude per sempre e lascia di sottofondo un applauso che rieccheggia, nell’intero pianeta.
Vai al contenuto





