Come da tradizione, il presidente della Repubblica ha deposto una corona presso l’Altare della Patria in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno.
75 anni fa il Referendum sulla forma Istituzionale dello Stato. Nella giornata di ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto a piazza Venezia per deporre una corona presso l’Altare della Patria, in omaggio al Milite Ignoto in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno. Con lui anche il premier Mario Draghi, i presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati e il ministro della Difesa Guerini.
Così il capo dello stato durante il suo discorso al Quirinale in occasione della Festa della Repubblica del 2 Giugno: “Sono passati 75 anni da quando, col referendum del 2 giugno 1946, gli italiani scegliendo la Repubblica cominciarono a costruire una nuova storia. Come allora, è tempo di costruire il futuro. L’Italia ha le carte in regola per farcela”.
“Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fascista. La nuova stagione era stata preparata negli anni più bui, dalle donne e dagli uomini che avevano avuto il coraggio di resistere e di lottare. La Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c’era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione.
Fu proprio la scelta repubblicana il presupposto che rese possibile radicare, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di un’unità e di una coesione più forti”.
E così fu: la Calabria voleva la Monarchia.
La Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma ben 514,344 persone con riferimento Cosenza-Catanzaro-Reggio Calabria votarono a favore della Monarchia. Durante la giornata del 2 giugno del 1946, infatti, gli elettori in Calabria furono 1.052.601. Tuttavia ne votarono 900.635, dunque l’85,56%. Solo 853.303 furono i voti validi conteggiati e circa 47 mila schede bianche e quindi nulle. Tra questi, infine, il 39,72% scelse la Repubblica mentre il 60,28% scelse la Monarchia.
Nel suo discorso, infine, il presidente della Repubblica ha citato un verso della celebre canzone di Francesco De Gregori “La storia siamo noi”: “E’ la storia del formarsi e del crescere di una comunità. Un bel brano di De Gregori dice ‘la storia siamo noi, nessuno si senta escluso’“.
(Foto copertina: l’ANSA)
