AISLA denuncia: Basilicata senza Fondo SLA, si condanna alla solitudine chi lotta per vivere

L'AISLA denuncia che la Regione Basilicata sta condannando alla solitudine più di cinquanta famiglie, non avendo ripristinato il fondo SLA e mantenendo bloccati e ridotti a 500 euro gli assegni di cura, in un limbo di silenzio e incertezza.

Ezio ha 53 anni, è lucano, vive con una tracheotomia e una PEG. La sua vita è segnata dalla SLA, una malattia implacabile che non lascia scampo. Eppure, Ezio non si arrende: venerdì 7 novembre sarà in piazza a Potenza, davanti alla sede della Regione Basilicata, per chiedere ciò che dovrebbe essere scontato: il diritto a vivere con dignità. Con lui ci saranno le altre famiglie lucane colpite dalla SLA, insieme ai volontari e ai cittadini che hanno deciso di stringersi attorno a un appello disperato ma civile.

La causa della mobilitazione è chiara: il Fondo regionale SLA non è stato ripristinato, gli assegni di cura rimangono bloccati e ridotti a 500 euro, e le cure domiciliari non hanno prospettive di rafforzamento. «Da mesi — spiega AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica — più di 50 famiglie lucane vivono in un limbo di silenzio e incertezza, con promesse di dialogo e attenzione che non si sono mai concretizzate».

Secondo AISLA, quello della Regione Basilicata non è un semplice ritardo burocratico, ma una scelta politica e istituzionale.

«Non è accettabile che le persone più fragili debbano scendere in piazza per vedere riconosciuti i propri diritti — dichiara Mimmo Santomauro, referente AISLA Basilicata — ogni giorno di silenzio pesa come un torto sulla vita dei cittadini più vulnerabili».

«Abbiamo scritto, chiesto, sollecitato incontri e risposte — afferma Pina Esposito, Segretario nazionale AISLA — e nulla è arrivato. La Regione ha scelto di non decidere. Questo silenzio non è neutrale: è una precisa responsabilità politica che pesa sulle famiglie, ogni giorno.»

Dal febbraio scorso, AISLA ha inviato PEC, lettere e richieste di incontro formale con l’Assessorato alla Salute, senza mai ottenere risposte concrete. Il 15 luglio l’associazione era stata ricevuta, con promesse di attenzione mai mantenute. A settembre un nuovo appello formale era stato inviato al Presidente della Regione, gen. Vito Bardi, e all’Assessore alla Salute, Latronico, senza alcun riscontro. Ieri sera, fino all’ultimo, AISLA ha rinnovato un appello disperato al Presidente Bardi e all’Assessore Latronico: il Fondo SLA deve essere ripristinato immediatamente, con risorse stabili e adeguate.

«Ci si chiede: se una Regione non è in grado di rispondere a poco più di cinquanta famiglie, come può pensare di governare?» sottolinea AISLA. Sono cinquanta famiglie che ogni giorno lottano contro una malattia implacabile, eppure vengono ignorate, lasciate sole, costrette a rivolgersi alla piazza per vedere riconosciuto un diritto fondamentale.

«Le istituzioni parlano del diritto alla morte — dichiara Fulvia Massimelli, Presidente nazionale AISLA — ma qui c’è una comunità che sta chiedendo semplicemente di poter vivere. Chi lotta ogni giorno contro una malattia che toglie tutto non può essere lasciato indietro. La vita è il primo diritto da difendere.»

La manifestazione pacifica del 7 novembre, che si svolgerà dalle 11:00 alle 15:00 in via Vincenzo Verrastro 4 a Potenza, non è solo una protesta. È un atto di responsabilità civile, un monito morale: se lo Stato non garantisce i diritti dei cittadini fragili, è la comunità tutta a subire la sconfitta. AISLA ha informato Prefettura, Questura, ANCI Basilicata, Province di Matera e Potenza, Sindaci dei Comuni interessati, Organizzazioni Sindacali, Ordini Professionali, Forum del Terzo Settore, Università di Basilicata, Provveditorato agli Studi e Conferenza Episcopale di Basilicata.

«Saremo in piazza con Ezio e tutte le famiglie — conclude Mimmo Santomauro — per chiedere ciò che non può più essere rinviato: il ripristino immediato del Fondo SLA con risorse stabili e adeguate. La dignità non si negozia e la vita non può attendere».

AISLA invita la cittadinanza a scendere in piazza: la mobilitazione non è solo delle persone con SLA, ma di tutti coloro che credono che diritti e dignità siano sacri e inviolabili.

MANIFESTAZIONE POTENZA

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