E’ partita da Latakia la nave che trasporterà in Calabria circa 570 tonnellate di armi chimiche. Ma Gioia sarà solo un porto di passaggio

Il porto di Gioia Tauro diventa ancora una volta un nodo strategico nella diplomazia internazionale. Perché sta per arrivare in Calabria il cargo Ark Futura che ha lasciato da poco il porto di Latakia, in Siria, con il suo pericoloso carico di armi chimiche siriane, le più distruttive consegnate dal governo nell’ambito delle operazioni di smilitarizzazione.
Non si sa ancora con certezza quando la nave e il suo carico approderanno a Gioia Tauro, porto scelto dall’Opac per il trasbordo sull’americana Cape Ray circa 570 tonnellate di agenti chimici di priorità 1 (tra i quali anche iprite e precursori del sarin), che saranno poi distrutti a bordo della nave Usa che si sposterà in acque internazionali nel Mediterraneo. Per ora sappiamo che la distruzione attraverso idrolisi sulla Cape Ray “durerà circa 60 giorni”, come ha puntualizzato il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, mentre quella nelle industrie civili “andrà avanti di più, forse quattro mesi”.
Dopo la tappa nel porto calabrese, la Ark Futura proseguirà il suo viaggio verso la Gran Bretagna per consegnare circa 150 tonnellate di agenti chimici di tipo B che saranno distrutti sul territorio britannico e verso la Finlandia dove invece verrà reso innocuo materiale di priorità 2 negli impianti industriali dell’Ekokem. Un’operazione, quella nel porto reggino, comunque delicata e che ha suscitato molte polemiche anche se non dovrebbe lasciare nessuna traccia.












