Tra non molto il Cosenza del presidente Guarascio, se nessuno provvederà a rinnovare i contratti in scadenza a giugno, potrebbe ritrovarsi con l’organico ridotto all’osso per la prossima stagione.
Al momento i calciatori del Cosenza che risultano contrattualizzati anche per il prossimo campionato sono solo quattro. Il portiere Matosevic, i difensori Bittante e Corsi, e il fantasista Baez. Tutti gli altri giocatori risultano in scadenza a giugno. Se non si troverà in tempi rapidi un accordo con loro, saranno “liberi” di firmare con un’altra squadra.

Parliamo di Saracco, Idda, Tiritiello, Schiavi, Legittimo, Bruccini, Petrucci, Sciaudone, Carretta e Sueva. Da gennaio, infatti, grazie alla famosa sentenza Bosman risalente al lontano 1995, a tutti i calciatori il cui contratto scade entro sei mesi, sarà consentito firmare un pre-contratto con un altro club. Gli altri calciatori silani invece, essendo arrivati in prestito, faranno ritorno alle loro squadre di appartenenza. Salvo eventuali diritti di riscatto o contro-riscatto, da esercitare a fine stagione.
LA POSIZIONE IN BILICO DEL DS TRINCHERA
A dir poco paradossale la situazione che si è venuta a creare sulla gestione dell’area tecnica in casa Cosenza. Il presidente Eugenio Guarascio, di recente, ha rinnovato la fiducia con contratti triennali all’allenatore Roberto Occhiuzzi e gran parte del suo staff. Lasciando però, il proprio direttore sportivo, colui il quale dovrebbe essere il coordinatore di tutto, nel limbo, “tra color che son sospesi”. Una matassa non certo facile da sbrogliare, che potrebbe complicare e non poco il prossimo calciomercato invernale dei lupi. Il contratto di Trinchera scade infatti a fine giugno.
Al momento, dopo le note “incomprensioni” della scorsa estate, non ci risultano passi in avanti e un incontro imminente tra i due. L’ipotesi di una separazione a fine campionato appare quasi inevitabile, salvo clamorosi ripensamenti. Il Cosenza alla fine dell’attuale stagione, senza un adeguato e repentino piano programmatico, potrebbe ritrovarsi con solo 4 calciatori di proprietà in rosa e senza un direttore sportivo. Ai posteri l’ardua sentenza.




