A difesa dei nostri colori contro il trasformismo e la prostituzione intellettuale

«Ed anche sul più alto trono della terra non siamo seduti che sul nostro culo». Montaigne, Essais

Ripensare alla partita di Monopoli è come un pugno in pieno volto. Tante e forse troppe erano le aspettative della nostra piazza nei riguardi del campionato appena iniziato. L’antipasto casalingo di Tim Cup contro la quotata Alessandria aveva lasciato, nonostante una rocambolesca sconfitta, nelle menti e nei cuori del popolo rossoblu il dolce sapore del calcio vero, quello fatto di grinta, di ardore agonistico e di ottime trame di gioco.

Il rigore di Scoppa in Monopoli-Cosenza (photo Mavilio)

I fisiologici errori (era appena la fine di luglio) non avevano in nessun modo scalfito l’entusiasmo e le convinzioni di tutti noi su quella che sarebbe dovuta essere la strada disegnata dal Fato per i lupi. Veramente tutti si aspettavano una netta cesura con gli errori/orrori del recente passato. Nessuno più avrebbe voluto osservare una squadra senza mordente ed svuotata nel corpo e nello spirito. E invece…Certo, non siamo qui ad operare giudizi definitivi e a piangerci addosso perché siamo solo alla prima giornata del nuovo torneo ma l’amarezza è tanta perché il Cosenza del duo Trinchera & Fontana doveva essere diverso rispetto a quello smarrito e senza senso sceso in campo al “Veneziani“. In questa sede appare inutile proporre l’ennesima analisi tattica del match di sabato perché in questi giorni sono stati versati ovunque fiumi di inchiostro su questo argomento. Ça va sans dire il Cosenza è chiamato a cambiare registro subito, già dalla prossima partita interna contro la Paganese.

Una considerazione però va fatta in merito ai fenomeni degenerativi e distorsivi del trasformismo e della prostituzione intellettuale che trovano terreno fertile nella nostra città. Il fondamento del trasformismo e della prostituzione intellettuale è il medesimo, ossia l’interesse o, per meglio dire parafrasando M.Weber, la razionalità rispetto allo scopo. L’interesse è la tensione dinamica di un soggetto verso un qualcosa, un agire razionale e finalizzato a raggiungere un certo scopo. Prima facie la categorizzazione dell’interesse utilizzando delle teorie gius-politiche e sociologiche potrebbe sembrare non pertinente con il calcio.

Tuttavia, osservando quel che sta accadendo nell’area urbana bruzia è ovvio che un simile concetto risulti essere strettamente collegato anche alle vicende calcistiche della maggiore squadra della provincia di Cosenza. Nella giornata di sabato si è realizzato il duplice evento (sconfitta del Cosenza e vittoria del Rende) che ha consentito il perpetuarsi dei fenomeni sopra citati. Un trasformismo degno della “migliore” prassi parlamentare: tanti ex tifosi del Cosenza che senza indugio alcuno hanno indossato la casacca biancorossa. Una prostituzione intellettuale di tal fatta che meriterebbe il ripristino delle “case chiuse” e che, per come si manifesta così spudoratamente soltanto in funzione “anti-Cosenza”, non dovrebbe avere rilievo alcuno se non, così come stiamo proponendo, semplicemente in chiave satirica perché taluni si impegnano così tanto nel confezionare una certa narrativa apologetica del mondo biancorosso che quasi quasi “Casa Rende” è come l’Eden e ci si crede pure…Il tutto, ovviamente, al solo scopo di colpire neanche troppo velatamente il Cosenza.

Mercadante buca Perina per la seconda volta (photo Mavilio)
Mercadante buca Perina per la seconda volta (photo Mavilio)

Mi preme sottolineare che non si ha nulla contro il Rende che è, anzi, una simpatica realtà del nostro girone. Il punto del discorso è che intorno a questa deliziosa creatura iniziano a nascere dei fenomeni stucchevoli ed inutili esclusivamente tesi “a fa nu dispiattu a ru Cusenza” e questo non può essere accettato. Per questo motivo le giuste critiche dei tifosi alla squadra ed alla società rossoblu a seguito di capitomboli pesanti come quello di Monopoli devono sempre essere razionali e mai guidate dall’emotività della sconfitta, altrimenti si fa il gioco degli esperti di storytelling che si trovano adesso ad aver oltrepassato il Campagnano. Per cui, chi è tifoso rossoblu ha il dovere di difendere il Cosenza perché “tagliaturi”, opportunisti e prostitute “cinni su già assai”.

Forza Lupi e ci vediamo al prossimo aperitivo!

Federico Perri, libero pensatore

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