 
                Ad Arcavacata l’UNIF ha messo attorno il tavolo, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali, accademici, dirigenti scolastici, insegnanti e genitori. Tema del simposio è stato “ La povertà educativa in Calabria” .

Dopo una lunga disamina dei dati dell’ultimo rapporto pubblicato da Save the Children sulla povertà educativa in Italia, che non lascia margine alcuna di interpretazioni, sono tutte nel Meridione le regioni in cui i bambini e i ragazzi sono maggiormente privati delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie capacità, nonché della possibilità di sviluppare percorsi di resilienza necessari per superare ostacoli e condizioni di svantaggio iniziali.
In Calabria il 16% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo, non frequenta l’asilo nido o un servizio per la prima infanzia la quasi totalità dei bambini calabresi, essendo la regione in vetta alla classifica sulla mancata copertura dei nidi con quasi il 99%.
Il 64% degli alunni non usufruisce della mensa a scuola, il tempo pieno è assente, per quasi il 77% delle scuole. Il 66% non legge libri, il 57% non fa sport, il 36% non naviga su internet, no a Teatro 81% o non visitano siti archeologici l’ 86%, non vanno a concerti il 79% e il 78% non visitano mostre o musei ecc., ecc.., ecc..
L’intento dell’incontro è stato quello ragionare di speranze, auspici e timori e affidare a tutti gli attori una riflessione.
Per contrastare la povertà educativa non basta l’apposito fondo creato nel 2016, bisogna soprattutto coinvolgere tutti i soggetti interessati per pianificare interventi mirati.
Povertà educativa non significa però solo “scuola” anche se la scuola ha un ruolo importante nel quadro, sia perché l’unico vero fattore protettivo contro esclusione sociale è l’istruzione sia perché coinvolgere la scuola significa valorizzare le competenze acquisite fuori dalla scuola, con quanto consegue in termini di autostima e senso di appartenenza. Il contrasto alla povertà educativa è fuori e dentro la scuola, bisogna rendere permanente un ponte di innovazione sociale tra scuola, terzo settore e le famiglie, perché è necessario agire in coordinamento con gli altri progetti e interventi in essere.
L’obiettivo è di costruire una rete sociale integrata in grado di promuovere strategie di potenziamento delle competenze educative nel quadro più ampio di processi effettivi di inclusione sociale e lotta alle disuguaglianze. Proponiamo a tal fine in via sperimentale un progetto pilota che coinvolge un’area socialmente fragile della regione in cui la scuola, terzo settore e famiglie possano dar vita ad un laboratorio di educazione alla cittadinanza. Servono progetti che aumentino la competenza educativa e reti per dare continuità agli interventi.
 
                 
                 
                












 
 
 
         
         
         
         
         
        