L’Italia vive una fase delicata e dolorosa. Ogni giorno si moltiplicano gli annunci di aziende che chiudono, riducono personale o ricorrono alla cassa integrazione. Migliaia di famiglie restano senza certezze, mentre la sicurezza nei luoghi di lavoro continua a peggiorare e i servizi pubblici — trasporto e sanità in primis — sono sempre più fragili.
È un quadro preoccupante che riguarda tutti. Basta guardare a cosa accade nei grandi poli industriali: Stellantis continua a fermare reparti e a ricorrere alla cassa integrazione in diversi stabilimenti, lasciando lavoratori e territori nell’incertezza. Leonardo, un tempo simbolo dell’eccellenza italiana, si ritrova anch’essa a gestire periodi di sospensione e riduzioni di attività.
Mentre queste grandi realtà riorganizzano e tagliano, le piccole e medie imprese soffocano sotto il peso dei costi e della mancanza di prospettive.
E intanto, in tutta Italia, la sicurezza sul lavoro resta una ferita aperta: ogni giorno lavoratori perdono la vita o subiscono gravi infortuni. È inaccettabile morire mentre si lavora. È inaccettabile che le istituzioni continuino a promettere controlli e riforme che poi restano sulla carta.
Anche i servizi essenziali mostrano tutta la loro fragilità. Il trasporto pubblico è allo stremo: mezzi vecchi, personale ridotto, corse tagliate e pendolari abbandonati. La sanità pubblica non sta meglio: ospedali in sofferenza, pronto soccorso pieni, carenza di medici e infermieri costretti a turni massacranti. In un Paese civile, garantire mobilità e salute dovrebbe essere la priorità, non un lusso.
Di fronte a tutto questo, non possiamo più tacere.
La CONF.A.I.L. FAISA ritiene che sia arrivato il momento di alzare la voce e il tiro, di scendere in piazza, manifestare, organizzare cortei e mobilitazioni in ogni città d’Italia. Non per protestare a vuoto, ma per pretendere un cambiamento reale e concreto.
Chiediamo con forza:
• una moratoria sui licenziamenti nelle aziende in utile;
• un piano nazionale per la sicurezza sul lavoro con controlli serrati e sanzioni esemplari;
• investimenti strutturali nei trasporti e nella sanità pubblica;
• il rafforzamento degli ispettorati e delle tutele per chi lavora nei settori più a rischio.
L’Italia non può continuare a essere un Paese dove si lavora nella paura e si sopravvive con stipendi che non bastano. È tempo di rimettere la persona al centro, di costruire un modello economico e sociale che difenda il lavoro, non lo consumi.
La CONF.A.I.L. FAISA sarà in prima linea, accanto ai lavoratori e ai cittadini, pronta a guidare una stagione di mobilitazione nazionale per ridare voce, dignità e futuro a questo Paese.
Perché la vita, la sicurezza e il diritto al lavoro non possono essere numeri da bilancio, ma la base su cui rifondare la nostra Italia.













