Nota discoteca di corso Mazzini riapre al pubblico

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Sulla pagina Facebook della nota discoteca si legge “dai controlli preventivi effettuati dalle autorità competenti, sembrerebbe che i campioni di acqua e di ghiaccio analizzati siano risultati negativi”

Cosenza (30-03-2014) – Riaperto al pubblico ieri sera il noto locale cosentino di corso Mazzini, in questi giorni al centro di una polemica a seguito di una presunta intossicazione che più di 200 ragazzi avrebbero contratto nella serata di sabato, precedente alla chiusura da parte dei carabinieri dei Nas.

Riaperta al pubblico nota discoteca di corso Mazzini - Sulla pagina Facebook della nota discoteca si legge: dai controlli preventivi effettuati dalle autorità competenti, sembrerebbe che i campioni di acqua e di ghiaccio analizzati siano risultati negativi
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Dopo la serata in discoteca per molti ragazzi il giorno dopo sono iniziati i problemi. Febbre alta, nausea ed altri sintomi che subito hanno fatto ipotizzare una intossicazione, dovuta probabilmente ad alcool scandente. In verità, più che di alcol, però, si è parlato di una partita di ghiaccio non potabile, che avrebbe dunque potuto causare il forte malessere dei clienti della famosa discoteca cosentina.

A seguito dei tanti casi arrivati all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza i Nas hanno proceduto con una verifica di idoneità e rispetto delle regole sanitarie del locale, chiudendolo, poi, al pubblico per una settimana. Secondo quanto scritto sulla pagina Facebook del locale “dai controlli preventivi effettuati dalle autorità competenti, infatti, sembrerebbe che i campioni di acqua e di ghiaccio analizzati siano risultati negativi”.

Dunque, potrebbe realmente essere così, considerato che ieri sera la serata in discoteca si è svolta regolarmente, con tanto di apertura del bar e libera la consumazione di alcolici e analcolici raffreddati da ghiaccio. Non si sa, ancora, quanto però rilevato realmente dai Nas, seppure la riapertura del locale fa pensare non ci siano stati elementi sufficienti per continuarlo a tenere sotto sequestro.

Quel che non si fermano sono, però, i ragazzi intossicati, molti dei quali intenzionati a continuare per via legali, dato che al momento molti si stanno sottoponendo ancora ad esami, per capire se abbiano potuto contrarre qualche malattia tipo tifo o epatite.

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