Chiuso in Cassazione il processo Missing con la conferma di tredici ergastoli
Cosenza (25-03-2014)- Arriva la sentenza definitiva della Corte di Cassazione per i più clamorosi fatti di ‘ndrangheta che hanno insanguinato Cosenza tra gli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta.
Si è chiuso, dunque, ieri il processo “Missing”, che ha visto alla sbarra 47 imputati, chiamati in causa per omicidi commessi durante la sanguinosa guerra di mafia tra i clan “Pino-Sena” e “Perna-Pranno”, che proprio in quegli anni si contendenvano il domino sul territorio bruzio.
Una sentenza, quella di ieri, emessa dai giudici romani, che conferma tredici ergastoli, inflitti in appello. Tra questi quelli dei boss Gianfranco Ruà, Franco Perna, Pasquale Pranno e Domenico Cicero.
Le condanne all’ergastolo, inflitte in secondo grado e confermate in Cassazione, riguardano Giancarlo Anselmo, Lorenzo Brescia, Giuseppe Ruffolo, Gianfranco Bruni, Giulio Castiglia, Silvio Chiodo, Domenico Cicero, Giovanni Abbruzzese, Edgardo Greco (che risulta essere ancora latitante), Francesco Perna, Gianfranco Ruà, Romeo Calvano e Pasquale Pranno.
Tra gli agguati, al vaglio della Cassazione, spicca quello del direttore del carcere di Cosenza, Sergio Cosmai, ucciso il 12 marzo del 1985, ma anche gli omicidi dei due ragazzini, Pasqualino Perri, ucciso a Rende il 27 ottobre 1978 mentre era a cena col padre, e Francesco Bruni junior, morto a Carolei l’8 novembre del 1991, accoltellato, strangolato e poi scannato.
Prescrizione, invece, per cinque imputati: Mario Baratta, già a piede libero, Francesco Pirola, Claudio Gabriele, Giuseppe Iirillo, per i quali è stata disposta l’immediata scarcerazione e Fioravante Abbruzzese, che rimane, però, detenuto per altri reati contestategli.
A Roma, ieri, si è finito definitivamente di scrivere una delle pagine più oscure e tetre della storia cosentina. Un verdetto, che dopo otto anni, ha chiuso uno dei più grandi processi di Cosenza, il processo Missing.
