“Il calcio a Cosenza è finito, il calcio a Cosenza è morto, il calcio a Cosenza non si può continuare a fare…”. E ieri al Marulla il Cosenza calcio ha vinto contro la capolista Catania e ha vinto anche con un sonoro 4-1. Può non significar nulla, ma nel nostro spazio di “Fuori Campo” una piccola analisi la vorremmo offrire ai lettori.
Se fuori dal campo la situazione è pessima con i tifosi che non vogliono sentir parlare di questa società e di Guarascio disertando puntualmente lo stadio ( ieri solo 800 presenze), dentro il terreno di gioco la squadra di Buscè è viva più che mai. E proprio in un pezzo dopo Monopoli dalle colonne di Cosenza Post avevamo lanciato questo messaggio: “calciatori come Florensi, Garritano, Mazzocchi, Kouan, D’Orazio, Caporale e Ricciardi in C giocano con la sigaretta in bocca…”.
Una provocazione magari o una verità per fare capire meglio a tutti che aver mantenuto lo zoccolo duro della serie B non è una cosa di poco conto. Fin qui il racconto all’interno del terreno di gioco. Non vogliamo difendere nessuno, ma obiettivamente il Cosenza calcio non è costruito cosi male per affrontare questo tipo di torneo. Fuori dal terreno di gioco resta tutto un disastro.
E le dichiarazioni di Guarascio rilasciate ad una televisione privata siciliana “I tifosi? Sono al mare…” non aiutano ad addolcire un clima che resta rovente. Intanto Buscè dentro al campo e a fine partita si augura di “rivedere i tifosi al Marulla”. Non e’ per niente facile per questi calciatori che in campo danno tutto non sentire il calore di un pubblico che in trasferta ( guarda Crotone) riempie i gradoni degli stadi di una C che è un campionato abbordabile per un Cosenza che ieri ha dimostrato di saper segnare e sognare.













